Make it a karaoke night!


Male male male, l’estate sta finendo, e si sente molto. Siamo passati dall’uscire tutte le sere, poichè potevamo agevolmente utilizzare uno spazio comune, la spiaggia, per ritrovarci, a non avere più uno spazio comune perchè troppo freddo o troppo piovoso, e quindi ad avere meno opportunità di reincontro. Morale: nella scorsa settimana sono uscito solo una sera, giovedì.
Premetto che questo weekend son tornato ancora in Italia, e che i prossimi due sarò a Parigi, ma che il gruppo di Italiani emigrati sembra essersi goduto il fine settimana, quindi la situazione non è male, è solo giustamente peggiorata rispetto all’estate, cosa normale e prevedibile.
Giovedì Karaoke. Potevo tirarmi indietro? Ovviamente no, come sa chiunque sia mai stato a un karaoke o ad un evento analogo con me. Infatti vi lascerò i tre filmati della performance, che già ho messo su facebook, ma che devono rimanere alla portata del mio blog in imperitura memoria. Ma prima di questi lascerò una nota performance canora avvenuta durante il matrimonio di due buoi amici, circa due anni fa.

Erano altri tempi, pesavo dieci kg meno, ero ancora più figo e mi esibivo in coppia col leggendario Marshall che spostava sempre il microfono verso di me, nonostante già si sentisse solo la mia voce. La canzone era stata scelta dalla sposa. Già da questo video si può intuire che la mia voce è mediamente il doppio più forte di quella della gente comune.
Infatti, nei filmati di giovedì scorso probabilmente potrete notare che la mia voce sovrasta quella degli altri. Così, fondamentalmente, dopo un pò di incertezze sull’andare a cantare o no, ha prevalso, nonostante la difficoltà e la paura degli altri membri del gruppo, la mia scelta di eseguire Bohemian Rapsody dei Queen (a scapito dell’ “I want to break free” proposta da VinGenzo).

Nei primi secondi si può notare una clamorosa stecca che ho preso, ma non essendo un professionista è normale che all’inizio debba dosare la voce. Invece più avanti nel filmato si possono vedere coreografie del mio amico immaginario, o io che saluto la folla. Cose normali da persone che a quel punto avevano preso sicurezza nella situazione.
Dopo il fantastico successo, un tale Alberto (che ha dichiarato di sentire i Queen da 16 anni) ha voluto eseguire Under Pressure nonostante io la conosca poco (tenete conto che se scazzo io che ho la voce più forte, sembra che scazziamo tutti… e anzi, chi segue il gruppo con la voce tende a venire dietro a quella dominante) e nonostante lui fosse l’unico a conoscerla “bene”.
La performance è stata imbarazzante, e potete vederla qui di seguito.

Per riprenderci da questa situazione scandalosa dovevamo fare qualcosa di “sicuro”. Sicuramente tutti conoscevano “Don’t stop me now” dei Queen, che nonostante la difficoltà la conosco a menadito, purtroppo il locale non aveva la base. Quindi ci siamo dedicati ad un classico della mia generazione, YMCA.
Ovviamente è stato un facile successo, riscosso quando però il pubblico si era già dileguato. Di fatto era notte tarda, quindi eravamo praticamente solo noi lì dentro.

Dopo quello tutti a casa. Serata tranquilla e divertente, a parte qualche piccolo problema affrontato da qualcuno del gruppo. Qualche bella ragazza a fare il tifo per noi e l’immancabile scena di Vingenzo (si dovrebbe sentire nell’ultimo video) che punta verbalmente a una che passa modificando il ritornello di YMCA in “Io quella lì si che / mela tro-mbe-rei”.
Stay tuned!


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