“One’s destination is never a place, but a new way of seeing things”
— Henry Miller
In questo primo maggio potrei parlare di molte cose. Dei lavoratori, sempre più umiliati in Italia per colpa di pochi che si arricchiscono a discapito dei molti, del papa Wojtila, beatificato perchè una ha detto di essere guarita dal cancro più lento della storia della medicina dopo che il papa gli è apparso in sogno, e in questo caso, se parlassi di lui, come non citare la frase più ambigua che ha detto, “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro“, a cui aggiungerei un “attenti a non diventare ciechi” (premetto che posso concordare nel fatto che fosse un gran pontefice, ma vista la mia fede, ritenerlo “BEATO” mi sembra esagerato), oppure potrei parlare del matrimonio del secolo, quello tra William e Kate, ma credo che chiuderei il post in 10 parole dicendo che Kate è un bel pezzo di gnocca stragonfia di grana.
Mi sembrano comunque tutti temi importanti, molto gettonati e interessanti, di spessore e che attirerebbero sicuramente l’attenzione del mio pubblico, così ho deciso di trattarli tutti alla stessa maniera, cioè evitando di parlarne e trattando un altro tema. E tra i tanti temi più farlocchi di cui posso parlare c’è sicuramente quello dell’ennesima migrazione da Genova (da quella famosa multinazionale) a Sophia Antipolis.
Non farò nomi perchè non si fanno, ma finalmente un altro elemento meritevole ha smesso di stare in un posto che non gli dà la giusta soddisfazione, e ha intrapreso la nuova avventura. Questa è una scelta molto importante, capisco le difficoltà nel prenderla, ma in alcuni casi reputo scontata tale decisione, per tutta una serie di motivazioni che non è il caso di elencare.
Ormai a Genova di soggetti così meritevoli e allo stesso tempo liberi da vincoli sulla città credo ce ne siano rimasti ben pochi, chiaramente non è solo un fatto di bravura, chi ha da vivere e creare famiglia (chi ha una moglie o un marito, ma anche una fidanzata o un fidanzato) difficilmente può muoversi di una distanza così grande. Certo, se per una unione forte come un matrimonio non si può certo dire nulla, mi viene da pensare che ho trovato tanta gente che portava avanti le proprie relazioni spostandosi in un luogo più soddisfacente come Sophia Antipolis. Ma ognuno vive le cose come crede, ogni caso andrebbe valutato in maniera distinta e ognuno ha diritti e doveri, voglie e possibilità differenti.
Tuttavia chi già si è spostato altre volte, chi non ha nessun legame specifico con la città dove lavora, chi ha ambizioni e necessità che non possono essere soddisfatte da Genova, dovrebbe pensare ad andarsene quanto prima. E sia ben chiaro, nonostante l’odio verso Genova che covo da sempre, questa è una regola che vale per tutte le città. Anche per Sophia Antipolis.
Infatti devo citare il caso di un nostro collega che venerdì ha iniziato il suo anno sabbatico di congedo, anno in cui, avendo lui già un brevetto da pilota, seguirà una specializzazione per un determinato tipo di aerei al fine di diventare un pilota per una famosa compagnia aerea.
E’ una bella scelta, se pensate che questa persona è di origine russa e lavorava nella azienda in cui attualmente lavoro anche io da 12 anni. Tanti amici, tante abitudini, tante cose vengono perse in nome di un sogno coltivato a lungo. E’ stata sicuramente una scelta difficile, ma bisogna avere la forza di seguire la propria felicità ovunque essa si nasconda, qualunque tipo di felicità essa sia. E se per trovarla bisogna fare sacrifici, è giusto farli, abbiamo solo una vita da vivere, bisogna cercare di viverla al meglio.
Senza contare che da giovani abbiamo più energie per affrontare le difficoltà. Ieri ho conosciuto una giovane fanciulla che, sebbene in tenerà età, ha già dovuto affrontare diversi cambiamenti radicali di posti in cui ha vissuto, compresi alcuni anni in Belgio. Sono esperienze che ti aprono a una visione differente della provenienza, e ne abbiamo bisogno di una mentalità più aperta in una società che si sta trasformando sempre di più in un melting pot di razze, in un ambiente che sempre più spesso diventa multiculturale. Alcune idee leghiste sono evidentemente medievali, non possiamo affermare che l’Italia deve essere popolata solo da Italiani, e possibilmente solo da quelli del nord. Ma probabilmente finchè non viviamo un pò di emarginazione sulla nostra pelle, non ci rendiamo bene conto nemmeno di cosa vuol dire.
Come sempre, il mutare la propria situazione, il cercare la propria felicità, il migrare e l’aprirsi a nuove esperienze sono concetti che possono portare a parlare di molte altre cose. Purtroppo è l’ora che torni in Francia.
Auguro ancora un buon inizio al nuovo espatriato in Francia. E che la figa, molto presente in Costa Azzurra, sia anche con lui!
Stay tuned!
PS: se vi domandate il perchè delle foto, è perchè sacrificio, serietà, obiettivi e ricerca della felicità si manifestano anche così. E questo messaggio spero arrivi a chi reputa che le cose a distanza siano poco serie, basandosi sulla propria carenza di serietà e senza avere nessuna altra esperienza precedente, nemmeno di storie serie.