On y va a Tenerife (Partie I)


Me e Jessica sull'aereo
Me e Jessica sull'aereo al ritorno da Tenerife

E’ giunto il momento di discutere della vacanza a Tenerife. Questo post sara’ ripreso piu’ avanti, per mettere filmati e foto piu’ dettagliate, per ora voglio solo fare un piccolo riassunto della vacanza. Intanto partendo dall’inizio: la vacanza era offerta a prezzo molto scontato su un sito di coupons. 7 giorni a Tenerife a qualcosa come 120 euro in tutto, in un appartamento per 4 persone al Pearly Grey Ocean Club, complesso di cui potrete vedere filmati e foto a breve. Morale della favola: muovendosi con un certo anticipo abbiamo avuto i biglietti a orari decenti (venerdì partenza alle 12 e arrivo alle 20, rientro partenza alle 10.40 e arrivo alle 16.40, diventate poi 15.40 per largo anticipo sul volo) e a prezzi decenti, pagando andata con Iberian e rientro con Ryanair poco più di 340 euro a testa.
Il viaggio di andata è stato un pochino traumatico: da segnalare che all’arrivo a Tenerife, già cotti, l’aereo è rimasto fermo 10 minuti con la gente in piedi, un caldo boia e poco ossigeno. Jessica stava morendone, a me ha preso la ridarella quando ho sentito una frase che sembrava “siamo arrapati” e sono scoppiato a ridere chiedendo a Jessica se avevano detto “qualcuno ci aiuti, siamo arrapati“.
All’uscita abbiamo aspettato mezz’ora per nolleggiare una macchina. Il sito eDreams ci dava che il prezzo del noleggio di una macchina per 7 giorni era 80 euro, ma probabilmente non ne erano rimaste (e noi non l’avevamo presa su internet… male, molto male) così quella che abbiamo preso noi ci è costata 210 euro, dalla Hertz, che tra l’altro ci ha fatto venire l’angoscia nel dirci tutte le clausole di noleggio.

Abbiamo cercato la macchina nel parcheggio, con un vento e un freddo atroci, visto che siamo arrivati che era nuvoloso, poi con le istruzioni del sito e di Google maps siamo arrivati a destinazione dall’aereoporto Tenerife Norte a Callao Selvaje (vicino ad Adeje) in un’oretta di viaggio. Qui alla reception, visto che erano le 22.30, han cercato di trovarci un ristorantino dove mangiare, e siamo finiti al El Ancla, un posto ottimo dove mangiare carni e verdure, un pò meno se volete la paella (che loro considerano di qualità, fanno pagare 40€ a sufficienza per 2 o 3 persone, ma non è poi molto buona).

Il giorno dopo il viaggio abbiamo dormito come dei muli e il pomeriggio ci siamo dati alla piscina del resort. Era sabato, ma non sapevamo che la spiaggia vicina al resort era chiusa, praticamente irraggiungibile, e bruttina. Quindi abbiamo preferito restare nel resort stesso, solo che tra sole e bagni in piscina, crema solare e la Jessica che leggeva sempre facendomi abbioccare, la sera siamo rimasti distrutti. Abbiamo quindi deciso di andare a mangiare la pizza in un ristorantino vicino al resort, pizza buona ma pasta indigeribile, al punto da essere soprannominata “La Pizza della Muerte” e poi via di caffè imbevibile.
Arrivato a casa sono crollato miseramente tra le braccia di Morfeo (non il negro di Matrix eh).

Il giorno dopo colazioncina nel “solito baretto” inglese sulla strada del resort e poi via, sulla Costa Adeje tra la Playa di Fanabe (non so come mettere la tilde sulla n) e la Playa de Las Americas (Torviscas dovrebbe chiamarsi). La spiaggia è nera per la sua natura vulcanica, ma si sta bene, è ventilato e ci sono ottimi baretti ed è pieno di negozi di souvenir (c’erano binocoli notturni a 5 euro e videocamere di marca a 29 euro, addirittura la D3100 della Nikkon a 329 euro, come minimo di contrabbando). Al ritorno non solo ci siamo persi per rientrare nell’autostrada (la Jessica aveva pure proclamato “Ma magari di qui si esce solo dall’autostrada, non ci si può rientrare“) ma addirittura abbiamo girato 2 ore perchè la Jessy si ricordava che noi stavamo a Playa San Juan, erroneamente.

La sera siamo tornati al El Ancla a mangiare: Jessy piatto di verdure, io una entrecote che poi si è rivelata essere una milanese. Tutto buono, tranne il caffè: veramente mortale!!! E ne portavano una tazza che era una mezza caraffa. Dopo avevo solo voglia di morire. Invece siamo andati prima ad Adeje, città fantasma, in realtà un parcheggio mal cresciuto, poi siamo stati di nuovo a Torviscas, ma solo per una brava passeggiata, poi eravamo attaccati da scarafaggi giganti (uno è corso sotto il piede di Jessica, suicidandosi e inorridendo lei) e siamo tornati a casa.
Il mattino del terzo giorno abbiamo conosciuto DONATO, che io ho chiamato con tutti i nomi dell’universo (Ambrogio, Guido Colombo, Watson…), uno che “è venuto a Tenerife e ha lasciato tutto in Italia, ora fa il dj in una discoteca… che però è un pub inglese“, personaggio leggendario atipico dalla battuta comicamente inutile a cui piace bere “Espressi che più espressi non si può ciao Carlo” (i virgolettati sono sue citazioni), e che ci ha parlato della possibilità di affittare camere per darsi agli scambi in una rete di scambi vacanze da 5 milioni di utenti.

Jessica figlia dei fiori
Jessica figlia dei fiori (con la maglia della Barbora)

Nonostante fossi interessato mi pesava perdere 2 ore di tempo per la sua presentazione, ma abbiamo trovato quell’uomo in altre situazioni venendo a sapere che “si è appena trasferito ma ha comprato un materasso nuovo da 100 euro sottraendolo al suo affitto perchè quando è entrato nella nuova casa a 3 piani con 200 metri quadri di giardino trovare il materasso vecchio proprio non si poteva“, anche se dopo “avere lasciato il suo negozio in Italia di articoli da Kitesurf di cui faceva anche l’istruttore, era arrivato qui e faceva ancora l’istruttore ma per 400 euro al mese… viveva NELLA MISERIAAAA“.

Insomma, questo uomo era il nostro contatto. Ci suggerì di visitare almeno 3 posti: la spiaggia con la sabbia del deserto del Sahara, a nord della capitale dopo il porto, El Teide, il vulcano dell’isola, e la costa nord. Così lunedì siamo andati alla spiaggia di sabbia (Playa de las Teresitas): un’ora e 10 di viaggio per poi essere afflitti da continue tempeste di sabbia.

Per concludere questa prima parte del racconto volevo solo dirvi che, nonostante non sia il tipo di vacanza che preferisco, nonostante la poca movida notturna, passare sette giorni con Jessica è stato divertentissimo, quindi dò 10/10 alla vacanza. E’ stato tutto perfetto, solo avrei voluto avere più cose da fare.
Ma venire coccolati da quella femmina d’uomo non ha prezzo! 😛
Stay tuned!


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