On y va a Tenerife (Partie II)


Jejy che non sembra la Jejy
Questa è davvero la Jejy?!?

Ieri ho dimenticato di dare una supervisione della vacanza, a parte una frase finale. Sono stato, sia nei filmati che nella descrizione, polemico con tante cose della vacanza. Ero abituato a fare vacanze solitarie dove conoscevo un botto di gente, stavo fuori tutte le notti, mi scaricavo e mi divertivo a bere e a fare casino. In genere questo e’ il tipo di vacanza che prediligo.
Questa vacanza e’ stata diversissima: si trattava di riposo, svegliarsi non troppo presto, fare colazione, rilassarsi e poi via, piscina la mattina, pranzo e poi mare. La sera l’isola era morta quindi… si stava tra di noi. Non abbiamo conosciuto nessuno, la vita notturna e’ stata quasi nulla, e io polemizzo su questo, su Donato, sulla zona.
Poi c’e’ la prospettiva della vacanza con Jessica, e qui cambia tutto. Non c’e’ stato un momento che non sia stato allegro (:p a parte quando leggeva il suo libro), abbiamo scherzato, riso, parlato… Era divertente anche svegliarla, visto che lei non dorme, quando va bene va in letargo e quando va male va in coma. Per questo la vacanza nel complesso e’ stata da 10/10. Cenette, escursioni, tempeste di sabbia… da solo una vacanza cosi’ non si puo’ fare, ma in due avere piu’ tempo per stare insieme non e’ affatto male.
E la critica invece torna a chi, coprendosi di una falsa figaggine, preferisce la solitudine al cercarsi un/a partner, prendendo per il culo chi ci prova con loro, avendo solo voglia di farsi una trombata (magari la prima)… o a volte nemmeno quello. I miei momenti di felicita’ attuali sono la migliore presa per il culo a quelle persone, la mia migliore vendetta a nome di tutti quelli che ci provano e ci credono, e sbattono contro un elemento dell’altro sesso disadattato.

Ieri ho descritto i primi quattro giorni, compreso il viaggio. Oggi parto con la sera del quinto, saltando di fatto la sera del quarto, che non ricordo, e tutto il quinto, gita sul vulcano El Teide, di cui parlero’ in seguito perche’ attualmente non posso aggiungere il filmato. La serata del quinto (martedi’) ho mangiato la cosa più orrenda della settimana: una pizza che sapeva di morte e putrefazione, con sto cameriere che ci girava intorno e a cui non son nemmeno riuscito a fare un sorriso falso quando ha chiesto come era. Faceva proprio schifo!!! Poi via, la serata l’abbiamo passata a fare un giro a Playa de las Americas, dove c’erano giusto un paio di localini ancora aperti (i nostri orari erano sempre tardi) e in giro la gente girava già ubriaca da ore. Giretto, siamo stati un pò su una panchina tra di noi, poi quando era tardi siamo tornati.
La mattina dopo colazione, poi volevo controllare un indirizzo su internet cosi’ sono sceso in reception (solo li’ prendeva il wi-fi) e sono stato braccato da Donato che mi ha attaccato un superpippone malefico per mezz’ora (Jessica lo odia). Controllo delle mail e poi in piscina. Dopo avere mangiato un piatto di ottime farfalle al sugo bolognese (non saprei dire se erano peggio le farfalle che si attaccavano o il sugo), via verso Torviscas, dove abbiamo fatto il seguente filmato.

Dopo le solite partite a racchettine, bagni, sole (libro per Jessica) e poi a casa, a fare un bagnettino rapido in piscina. In effetti usavamo la piscina per toglierci il piu’ dello sporcizio della spiaggia, ma questo rimanga tra noi. Famoso e’ infatti il botta e risposta di giovedi’ quando, di ritorno dal mare, io ho suggerito di fare “giusto 5 minuti di nuotata in piscina” e la Jessica ha risposto “si’, giusto una sciacquatina“.

Io con la bersa
Io con la borsa, come sono figo?

La sera di nuovo all’El Ancla, volevamo provare la paella, ma ci volevano 50 minuti per prepararla, cosi’ abbiamo rimandato all’ultimo giorno. Jessica il solito piatto da capra (verdure) e io il solito piatto da lupo (filetto ai ferri). Da bere la Jessica ha voluto provare la Sangria, cosi’, siccome io so che e’ leggera, ne abbiamo preso un litro. Il punto e’ che al secondo bicchiere la Jessica ha iniziato ad accusare qualunque cosa, da “calo di pressione“, a “giramenti di testa“, a “vedo la scena di noi due che parliamo ma la vivo come se fossi fuori, esterna” tanto che io ho iniziato a scherzarci e ho detto che tutto ora e’ colpa del vino, perfino la “crisi di Cuba“. Alla fine comunque la cena era buonissima, non a casa abbiamo mangiato in quel ristorante 5 sere su 7, e quella sera, entrambi alticci, dopo avere bevuto uno shottone di Sambuca offerto dalla casa, ce ne siamo andati a casina a passare la serata.

Jejy Gnocca
Jejy messa in posa da stragnocca

L’ultimo vero giorno di vacanza abbiamo seguito l’ultimo consiglio di Renato in arte Donato, e siamo andati verso il nord dell’isola, a vedere i suoi fantastici paesaggi. In effetti ce ne sono di carucci. Alle 14 primo stop per mangiare e vedere il Dragone Millenario, un albero che ha piu’ di mille anni (l’avreste creduto dal nome?), poi su fino a San Juan de la Rambla, dove c’e’ una vera spiaggia nera, non grigetta come Torviscas. Onde alte, mare mosso, sassi enormi… insomma, dopo essere stati seduti in riva a prenderci le onde avevamo la sabbia anche nel buco del culo (io avevo ancora nelle orecchie la sabbia Sahariana di Playa de las Teresitas), ci abbiamo messo 20 minuti a farci la doccia sotto la doccia pubblica, poi due racchettate alla pallina, qualcosa da bere, e la sera, prima di andare all’appartamento, giro di negozietti per gli ultimi souvenir (le famose cavigliere per Jessica e sua sorella). Ci han negato la sciacquatina in piscina perche’ dovevano metterci del liquido (cloro?), cmq avevamo ordinato la paella, cosi’ siamo tornati all’El Ancla, solo che la Paella faceva un po’ cagare, nonostante costasse 40 euro (e per 3 era troppa) e non aveva molto in comune con quella Valenciana.

Anche l’ultima sera l’abbiamo passata in casa, visto che abbiamo finito di mangiare alle 23 e la mattina dovevamo essere all’aeroporto, che nemmeno sapevamo dove era, prima delle 8. Poi poco conta che siamo comunque rimasti svegli fin dopo le 3…
L’ultimo giorno e’ stato abbastanza tranquillo. Svegliare la Jessica dal letargo non e’ stato drammatico anche senza la chimica e la fisica, siamo andati all’aeroporto ed eravamo la’ prima delle 8, abbiamo riconsegnato le chiavi della macchina alla Hertz e poi abbiamo fatto colazione.

Il viaggio è stato abbastanza noioso, ma il volo è arrivato addirittura un’ora prima del previsto, e io, coi tappi, non ho nemmeno sofferto per la pressione. A Pisa sono andato, con Jessica, al negozio della Marina Militare dove mi son comprato la maglia grigia che ho usato per la festa la sera stessa. Poi il padre di lei ci ha riportato a casa. Per ora è tutto, aspettate la terza e ultima parte.
Stay tuned!


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