Erasmus de la Jejy – Nostalgie italienne


Bonjour!

Scusatemi per la lunga assenza da questo blog!

Vi comunico che il mio Erasmus a Parigi procede bene, come sempre 🙂 Tuttavia, qualche piccolo lato negativo c’è… Ed oggi vorrei proprio parlare di questi piccoli dettagli.

Qui a Parigi sono estremamente occupata… Dovendo gestire le lezioni, gli Exposés in classe, e ben tre lavori, non ho poi molto tempo per soffermarmi a pensare. Tuttavia, quando questo capita, tipo sabato pomeriggio, post Salon di Chocolat, mi rendo conto di parecchie cose.
Innanzitutto, Parigi è bellissima, ma può diventare “stretta” quando ci vivi. Gente ovunque, sempre di corsa, spazio per nessuno. Nessuno che ti conosca, che ti saluti, che ti chieda come stai. Sono tutti troppo impegnati a correre da una parte all’altra per fermarsi e salutare. Corrono talmente tanto da avere anche l’abitudine di consumare il proprio pranzo (baguette farcita + dolcino da freddo parigino) in métro. Noi Italiani lo vediamo come sconvolgente, data la grande tradizione di sedersi a tavola, chiacchierare, gustare quello che si ha davanti, ma loro no. Per loro, almeno durante la settimana, è pura sopravvivenza. Nient’altro.

Secondo punto di riflessione della Jejy: Parigi, la città perfetta per eccellenza, non è poi così perfetta. Ieri, ad esempio, camminavo da sola lungo rue Saint Denis (in cerca di un hotel per il Mio Cibi che mi viene a trovare), e ascoltavo la gente parlare, passare il proprio sabato pomeriggio svagandosi tra i negozi e gli Starbucks. Ebbene, solo i pochi Italiani presenti (e magari qualche spagnolo di passaggio) erano effettivamente entusiasti di ciò che stavano facendo, erano pieni di vita. Non si tratta di una barriera linguistica… io non so una parola di spagnolo… ma capivo dai loro visi che erano felici, così come lo erano anche i miei compatrioti presenti a Parigi, in rue Saint Denis. I Francesi, al contrario, sono freddi, sembrano perennemente insoddisfatti. Non si tratta di una critica, ma di una constatazione. Per cultura, probabilmente, non dimostrano mai ciò che sentono, e sembra che ogni cosa appaia loro insignificante.

E questo che mi manca dell’Italia. Il sentirmi circondata da persone allegre,  che godono del proprio tempo, che ridono, che giocano. Anche che urlano per la strada. Questo non è un cliché, gli Italiani lo fanno davvero. Ma è anche questo che li rende unici, che li rende Italiani. Mettendo da parte ogni sorta di polemica economica/politica/culturale (e che dir se ne voglia), sono fiera di essere una di loro.

A presto,

 

Jessica


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