L’authenticité


Quello che voglio dire, è che costa molto essere autentici e che in questo caso non bisogna essere tirchi… perché una è più autentica quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stessa!
— Pedro Almodovar – Todo sobre mi madre

Da quando ho iniziato a scrivere un blog, a maggio 2006, ho sempre avuto, tra i temi più gettonati, quello di esaminare le sfaccettature dei rapporti uomo-donna. Questo perchè nei film è tutto così lineare, funziona tutto così bene: arriva il protagonista, trova la ragazza dei suoi sogni, ci prova come si addice a quel protagonista (se è figo lo farà da figo, se non lo è lo farà in maniera romantica) e riesce. Fa quello che deve fare eh, ma riesce. Se non riesce è perchè non c’è storia tra i due, tipo nei film con protagonisti nerd (anche se The big bang theory stravolge anche questa regola). La realtà è molto distante dalla finzione cinematografica, così un maschietto ci prova, e per quanto la femminuccia di turno sia propensa a starci, alla fine non si raggiunge il risultato. Domandarsi come mai porta a centinaia di casistiche, e mi permette di parlare della materia per decenni.
Il mio è un modo per esorcizzare i fallimenti, quelli che sono stati colpa mia (in genere legati a molti anni fa) e quelli legati alla controparte femminile. Non ritengo di non avere mai sbagliato, anzi, sono conscio di tutti i miei errori in materia, ma proprio per questo scaglio la prima pietra, perchè reputo che sbagliare a 20-25 anni, in situazioni ambigue, sia un discorso, sbagliare a 27-32 anni comportandosi da teenager sia un altro.

Il vero uomo è colui che ha trovato qualcosa più grande di sé per cui vivere, ma che proprio per questo acquisisce un timbro personale inconfondibile. Si consegna a qualcosa più grande, ma lungi dall´alienarsi diviene veramente se stesso
— Vito Mancuso – La vita autentica

Autenticità! In realtà la gente non la ama, ama anzi dipingersi come la famosa idea che ha sognato di se stessa. In genere intreprida, che ha provato esperienze, che sa vivere da sola ma predilige stare con la famiglia (questo per giustificare il legame col territorio), che viaggia e conosce i posti e le mentalità straniere (basandosi su 3-4 giorni di vacanza nei vari posti), che legge e conosce libri, film e opere profonde, che va a feste, che ha successo con l’altro sesso…
Il punto è che puoi fregare una persona per due, tre settimane, poi i fatti iniziano a parlare per te. L’immagine intreprida si schianta contro l’incapacità di agire al momento giusto, e si riferisce al solo saper essere acidi o sapere sfruttare occasioni nei momenti che si reputano “sicuri“, le esperienze sono spesso romanzate, quelle in ambito sentimentale poi sono molto romanzate per i maschietti e spesso assolutamente piovute dal cielo per le femminucce, sul vivere da soli diffidate di chi non ha vissuto da solo un paio di anni consecutivi: prima di provare tutti pensano che non ci voglia poi granchè a vivere da soli. Ma se ci hai vissuto anche 6 mesi non puoi averne una idea. Lo stesso dicasi per i viaggi: io sono stato in un pò di posti, ma nemmeno i francesi conosco bene, e vivo in Francia da un anno. In 3 o 4 giorni, o una settimana o due, si conoscono bene le strutture, le forme di una parte del mondo, non il significato dei luoghi, non il modo di viverli.
Su libri, film, opere beh, nessuno sogna di essere visto come ignorante. Detto questo se una persona legge mille libri d’amore e poi non riesce a manifestare i suoi sentimenti, o legge mille libri di elevato spessore intellettuale e poi non riesce a formulare un pensiero proprio, che valore ha l’aver letto tanto? Jobs diceva giustamente “Don’t be trapped by Dogma, which is living with the results of other people’s thinking” (non siate intrappolati dai Dogma, che significa vivere coi risultati del pensiero altrui). Le feste per alcuni sono una stima di quanto sia felice la nostra vita. Ma a volte le feste sono l’unico momento di vita di una persona. Per il successo con l’altro sesso il meglio sono quelle persone che si inventano storie vissute o partner.

Il piacere può basarsi sull’illusione, ma la felicità riposa sulla verità. Solo la verità può darci ciò di cui la natura umana è capace
— Nicolas De Chamfort

L’autenticità è il vero collante per tutto. Essere autentici ci dà energie, tranquillità, ci permette facilmente di capire come bisogna comportarci ma richiede anche qualche sforzo. Per esempio io sono una persona che dice le cose in faccia. Tutto quello che ha un minimo di importanza lo dico in faccia. Questa è una cosa che è universalmente riconosciuta come “un pregio“, il che mi fa domandare come mai nel 90% dei casi quando lo faccio la gente se la prende. Ed è così: a dire le cose in faccia ci si fa soltanto delle inimicizie. E preferisco vedermi togliere il saluto che dover fare buon viso a cattivo gioco.
Insomma, siate autentici/che e sinceri/e, tanto a essere falsi per mascherare quello che si è, si finisce col fare lo stesso capire come si è realmente, e in più ci si aggiungono critiche PESANTISSIME da parte di chi vi scopre e vi sbatte in faccia come siete veramente (le false possono vivere quindi felici solo in un ambiente composto da altra gente falsa).
Stay tuned!

NB: le immagini sono prese dai siti a cui sono linkate.


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