Sic transit gloria Berlusconi


Immagino che vi stiate domandando perchè non parlo della mia vacanza a Parigi, terminata proprio oggi. Beh, la risposta è semplice: sette giorni non si descrivono in poche parole, dovrete aspettare qualche giorno per avere un dettagliato commento su pregi e difetti di Parigi, una città che non è per tutti. Però devo dire la mia nonostante sia fresco di notizie, la mia sulla caduta di Berlusconi.
Come alcuni di voi avranno notato non ho più scritto di politica, se non saltuari commenti. Mi aveva stufato: Berlusconi era sempre di mezzo e si corrompeva anche l’anima pur di andare avanti a fare quello che gli pareva. Infatti non è stato nessuno in Italia a scalzarlo dal suo posto, ma è stato il pericolo sull’unica cosa che realmente contava per lui: “la roba”. Mercati in crisi, Mediaset che perde più del 10% per una notizia (sbagliata) trapelata, la scelta era tra rimanere e perdere tutto o andarsene e rischiare la galera, che a 80 anni non gli daranno più.
Se tralasciamo un attimo l’analisi del perchè, è molto interessante giudicare la variazione dello spread negli anni. Innanzitutto cosa misura lo spread? Per farla semplice misura il rischio finanziaro che il creditore incorre nell’investire in una obbligazione caratterizzata da rischio di default, ovvero quanto si rischia a comprare, nel caso in esame, titoli di stato italiani (BOT), quindi, sotto un altro punto di vista, misura l’affidabilità dello stato di restituire il credito ottenuto. Più alto è lo spread, quindi, e più alto è il rischio per il creditore, quindi più bassa è l’affidabilità del paese. Per dirla tecnica (passate al prossimo capitolo se non vi interessa) lo spread è la differenza tra il rendimento di un titolo a rischio (i BOT italiani) e un titolo praticamente senza rischio (in Europa si sceglie il Bund tedesco, il più stabile).

Alcuni dati presi da Repubblica di oggi: dal 1999 al 2001, durante i governi D’Alema, lo spread era passato dal 22 al 34. Questo, per scendere un pò più nel dettaglio dello spread, voleva dire che investire su un titolo a rischio (nel nostro caso si parla sempre di BOT italiani) richiedeva un rendimento maggiore del 0,3% che non investire su Bund tedeschi. Questo perchè l’Italia era più a rischio quindi gli investitori pretendevano di guadagnare di più.
A partire dall’ingresso nell’Euro c’era stata una clamorosa caduta dello spread a 13 nel 2005, poi sotto berlusconi era salita a 29 nel 2006, e due anni dopo, sotto Prodi, era salita a 47 (investire su BOT richiedeva un guadagno superiore del 0,5% rispetto ai Bund tedeschi). Ma è da dicembre del 2010 che si vede una salita vertiginosa dello spread: 162 punti. 23 giugno 2011, 207 punti. 1 agosto 2011, 344. 9 novembre 2011: 570 e inversione delle aspettative di guadagno: ci si aspetta di guadagnare di più da investimenti a corto termine che non a lungo. Questo è un evidente segnale che gli investitori predicono il default, l’impossibilità dello stato di pagare gli interessi maturati.
Ora vi domando: perchè gli investitori richiedono tassi così elevati dall’Italia? C’è dietro speculazione, ovviamente, ma anche una politica che non dà sicurezze, non da certezze, non dà serietà. Berlusconi incarnava l’instabilità del Paese, offendendo i primi ministri di nazioni stabili, sottovalutando la crisi, insultando e facendosi insultare da stampa estera, premier stranieri e ogni forma di informazione che costituiva un aggancio per finanziatori di ogni tipo. Il Presidente-Imprenditore che guidava l’azienda Italia era un giullare che cercava di convincere tutti di essere uno statista.

Io non sono statista. E quindi non cerco di farlo. Ma lui ha sempre messo la sua “roba” davanti a tutto, spacciandosi per grande premier. Pensava così tanto ai suoi soldi che quando si è dimesso l’unica cosa che ha chiesto al “futuro premier” per acconsentire ad appoggiarlo è stato di promettergli di salvaguardare la sua roba, le sue aziende, la sua impunibilità. Era una persona che ha trovato nella politica l’unico modo per difendere i suoi interessi. Molti tra quelli che leggeranno farebbero la stessa cosa se potessero, il fatto è che o sei chi incula, o sei chi lo prende nel culo, e Berlusconi l’ha messo nel culo all’Italia intera.
Evitare tutto questo era semplice quanto NON ELEGGERLO e ora la responsabilità di una Italia ridotta in crisi è tutta di ogni singola persona che ha dato voto a Berlusconi o a Bossi o a chi era nello schieramento.
E lui se ne va nel momento peggiore. Ora che serve uno con le palle, altrimenti davvero anche il suo impero monetario sarà colpito duro, lui si fa da parte. Addirittura ha stabilito che nemmeno le leggi ad personam possono risollevarlo economicamente tanto quanto lo possa fare un buon premier. Così fa il famoso passo indietro. Ma tenete presente, anche questa è una furbata. Ora è il momento di fare le riforme impopolari come rimettere l’ICI, aumentare le tasse, mettere la patrimoniale… le fa fare ad un altro, in modo da poter poi dire che LUI HA ABBASSATO LE TASSE mentre gli altri le alzano. Poco conta se la disoccupazione in 3 anni è salita del 2%, quelli che avevano un posto fisso sentiranno le tasse, ma non sapranno degli enormi effetti negativi della politica berlusconiana.

Quindi il Berlusconismo non è finito, solo la morte provvederà a farlo finire. “Sic transit gloria mundi” a significare come la vita sia caduca così come sia vano ogni sfarzo del mondo terreno, fu la frase che Berlusconi disse alla morte di Gheddafi. Ora è il motto della speranza della fine del Berlusconismo.
Stay tuned!


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