Folie furieuse du achats (2012)


Beh, siamo entrati nel 2012 e sono iniziati i saldi, così, come successo nel 2011 (clikka per leggere), io e la mia famiglia ci siamo diretti nel leggendario paesino di Serravalle Scrivia. Il punto da tenere presente è che, essendo io maschietto, tendo a fare acquisti un paio di volte l’anno, e non tutti i giorni, quindi in genere quando vado là ci lascio uno sproposito di soldi, e poi fino alla stagione dopo sono a posto.
Il vantaggio di Serravalle e dell’inizio dei saldi è molteplice: si trova ancora un mucchio di roba, generalmente viene davvero tutto un pò meno (come detto nel post linkato sopra, credo che i prezzi vengano gonfiati per fare vedere che lì si paga molto meno), hai tutte le marche più famose a portata di sputo e hai tanta scelta. Lo svantaggio è che solo il viaggio verrà una ottantina di euro (40 di benzina, 25 e più di autostrada e poi devi mangiare là) e che il primo giorno di saldi c’è una cagnara esagerata, con una evidente invasione russa (gli anni scorsi si trovavano anche molti francesi e tedeschi, quest’anno solo qualche inglese).
Comunque partenza intorno alle 8.30 (notare che ero andato a dormire alle 3-3.30 e guidavo io), benzina, viaggio di andata tranquillo, coda solo all’uscita da Serravalle. E per la seconda volta in 3 giorni mi domando a che punto può spingersi l’umana idiozia: le banche rilasciano i bancomat col fastpay eppure la gente ancora non lo sa, e si fa decine di minuti in coda lasciando il casello “Carte” vuoto. Così mi son saltato almeno la parte di coda del casello. Alle 11 eravamo ad un supermercato di fronte all’outlet, alle 11.30 avevamo lasciato la macchina, preso dei panini, mangiato (abbiamo optato per toglierci l’incomodo subito) e ci stavamo dirigendo verso il luogo di perdizione.

Non ho fatto spese atroci quest’anno. Un pò perchè non avevo le idee chiare su cosa mi serviva, un pò perchè dall’anno scorso avrò preso 10-12 Kg, e mi vedo la roba che mi calza male con sta panza. Comunque il primo giro l’ho fatto da Pal Zileri dove ho preso una maglietta e un cappotto (per l’adorabile cifra di 264.90 euro).
Alcune catene mi han deluso profondamente: Marlboro Classic aveva delle cosine belline ma era così piena di gente che ho rinunciato a tutto: cercare, provare, pagare… per ogni cosa ci sarebbero voluti 20 minuti. E il negozio dell’Esercito, che spesso ha cosine che mi piacciono (ricordo che, atterrati a Pisa da Tenerife, spesi 60 euro in una maglietta nel negozietto dell’esercito in aereoporto), non esisteva più. La Lacoste aveva la stessa roba dell’anno prima, e niente di interessante… e anche quel poco che poteva esserlo aveva taglie assurde.
Altri negozi invece erano proibiti: per andare nel negozio di Prada (ovvio che a un maschietto non interessi, ma è l’esempio più incredibile) la fila copriva tutta la piazza principale. Addirittura dalla Geox c’erano 15 minuti buoni di fila da fare.

Insomma, io ho ripiegato sulla Stonefly per un paio di scarpe carucce pagate solo 49.90 euro, e sulla Brooksfield per un maglione caruccio ma sobrio pagato comunque 65.65 euro. Non so dirvi quanto fossero i prezzi outlet e i prezzi da negozio (che nell’outlet vengono sempre messi bene in evidenza per farti assaporare il vantaggio), ma in totale quest’anno ci ho lasciato 380.45 euro, una sciocchezza a fronte dei 1022,40 euro dell’anno scorso. Sarà colpa della crisi? 😛
Ora però non voglio più saperne di acquisti per un pò.
Per oggi è tutto, stay tuned!


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