“Non sprecare lacrime nuove per vecchi dolori”
— Euripide
Ma non mi dire?!? Ho sentito una cosa che ho sentito dire tempo fa da uno che di politica ne sa zero e economia ne sa meno di zero. La cosa che ho sentito dire è che, parafrasando, “in una Italia che cerca finanziamenti da investitori stranieri“, nel senso che circa il 50% del debito che vendiamo viene comprato da investitori stranieri, “l’immagine dello stato è essenziale, quindi è normale che gli investitori schifino l’Italia se il suo Premier che rappresenta lo stato viene considerato un buffone“. Il tizio che lo diceva nell’ignoranza di economia e della politica ero io. Tempo fa, all’era del Bunga Bunga, io ricordavo che in una Europa dove un team francese passava la sua pausa caffè ad insultare il Premier del suo collega italiano, andare poi a chiedere alla stessa gente di prestare soldi agli italiani rappresentati proprio da quel Premier era abbastanza stupido.
Le notizie come quella del Bunga Bunga, che molti depolemicizzavano dicendo che “a casa sua il Premier faccia quello che vuole, basta che poi risolva i problemi“, erano notizie che andavano divulgate, perchè lo stato e il mondo devono sapere, ma la cosa sbagliata non era la diffusione, la cosa sbagliata era la conseguenza: negli stati seri sarebbe crollata una intera classe politica, in Italia non succedeva nulla. In Italia, certo, ma nel mondo la nostra credibilità andava a cagare, quelli che sono gli investitori di oggi come di ieri, sia oggi che ieri han smesso di credere in uno stato che permette a un puttaniere (con sospetta pedofilia) di rimanere a essere il capo di uno stato, gli stessi Italiani han smesso di comprare il proprio debito.
E sebbene si possa discutere a lungo sul modo con cui uscire da una economia che paga il debito con altro debito, che esige soldi da altri per pagare servizi utili a se stessa, fino ad oggi noi ci siamo finanziati proprio col debito, chiedendo alle banche e agli investitori di darci soldi. E non è una cosa che domani possiamo smettere di fare di punto in bianco.
A chi va la responsabilità di tutto questo, quindi? Beh, dal mio punto di vista non a Monti, lui è un teorico dell’economia, lui sa che bisogna fare certe cose e le fa perchè sulla carta sa che servono. Se poi tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, non è colpa sua. Fa quello che i nostri politici non hanno avuto la faccia di fare per decenni, e se anche sbagliasse, ci ridà un minimo di fiato, ridà all’Italia una cosa che gli è mancata per 20 anni: la credibilità.
La responsabilità è tutta del cittadino: lo stesso che ha votato Berlusconi, che gli ha permesso di stare là quasi consecutivamente per 17 anni, la colpa è del cittadino che non si ribella, che non insorge. La colpa è di quelli che, o per interesse o perchè han subito il lavaggio del cervello, han difeso e permesso a un cialtrone di ridurre l’Italia, un paese di rispetto e di onore, il paese della Mafia e dei puttanieri, di quelli che fanno Bunga Bunga, di quelli che non lavorano un cazzo ma che spendono le loro energie a cercare di fregare il prossimo, invece di produrre.
E se il cittadino ha la responsabilità politica di come si trova ora l’Italia, ha sicuramente anche quella economica. Ogni persona che fa qualcosa di illegale perchè se non lo fa è scemo, perchè se si può si risparmia anche il singolo euro alla faccia degli altri, ogni persona che mette in gioco le conoscenze seguendo la filosofia che nella vita è meglio appoggiarsi al favoritismo che non essere regolari, tutti quelli che non solo si comportano così, ma insegnano a parenti, amici e figli a fare lo stesso, non sono più furbi di quelli che sono regolari, sono solo più ladri.
Stasera guardando una nota trasmissione ho sentito il parere di una ragazza siciliana di 18 anni, che ha elaborato e esposto in maniera semplice una sua idea complicatissima. Viviana ha detto: “Viviamo in una dittatura econonica nascosta. Noi non ci stiamo a vivere avendo paura del nostro futuro“. Un futuro che, grazie a Dio, per me è più affrontabile essendo io nato abbastanza nel passato. Ma che futuro può avere un ragazzo, quando fino a ieri si è cercato di rendere la cultura un business favorendone la forma privata, quando si è esplicitamente detto che non c’era spazio per le materie di studio che “non riempiono la pancia” e quando si sono eliminati sempre di più i finanziamenti allo studio?
Al giornalista che stasera diceva che in Italia bisogna iniziare a considerare che i ragazzi devono andare all’estero a vivere perchè lavorare in Francia vuol dire lavorare sempre nello stesso stato, lo stato-Europa, vorrei rispondere che 1. all’estero investono sulla formazione, come potranno continuare ad essere competitivi i nostri connazionali più giovani? 2. se la gente studia in Italia ma va a lavorare in Francia, l’Italia avrà pagato (poco) per formarlo e la Francia avrà guadagnato una persona in più che produce e paga tasse, quindi l’Italia sarà sempre più povera e arricchirà le altre nazioni estere, 3. ma il nazionalismo è solo francese e tedesco?
Stay tuned!