L’unification de l’Italie et San Patrizio


Formare i cuori e gli spiriti, o meglio risvegliarli, e’ il compito modesto e ambizioso insieme che spetta all’uomo indipendente. La storia terra’ o non terra’ conto di questi sforzi. Ma saranno stati fatti
— Albert Camus

Esistenzialista ateo novecentesco, Albert Camus scriveva questa frase censurata nel 1939. Per motivi privati mi sento un pò in imbarazzo a parlare di lui, tuttavia è indiscutibile che questa frase dovrebbe essere bene impressa negli animi della gente. Per questo motivo oggi scriverò dell’unità d’Italia e della festa di San Patrizio.
Prima di spendere due parole su entrambi gli eventi, vorrei farvi capire che il legame tra le due feste e la frase sopra riportata è questo: voi potete festeggiare o no l’Unità d’Italia, ma dovete sapere perchè lo fate o non lo fate. Andare a festeggiare San Patrizio come fa la Lega perchè per qualche motivo avete creduto che scindere l’Italia sia una bella idea, ma non saperne una sega, è ovviamente da idioti.
Il 18 marzo 1861 venne pubblicata sul gazzettino ufficiale del regno di Sardegna la legge promulgata il giorno prima con cui il regno di Sardegna si proclamava regno d’Italia, con a capo il re Vittorio Emanuele II. Era il momento della nascita del nostro stato, che seguiva due anni di guerre in cui la nostra penisola, divisa in diversi stati, veniva conquistata e annessa. Vorrei precisare, vista l’incredibile capacità della gente di confondere le due cose, che eravamo in monarchia, la repubblica fu sancita il 2 e il 3 giugno 1946 con un referendum istituzionale in cui si chiese direttamente al popolo italiano di decidere che forma di governo dare al Paese, dopo il fascismo.

Prima dell’unificazione, eravamo divisi in numerosi sottostati: Il regno Lombrado-Veneto con gli Asburgo, il regno di Sardegna con i Savoia, che aveva la Sardegna e il Piemonte, il granducato di Toscana, il ducato di Modena e Reggio e quello di Parma e Piacenza, lo stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Il periodo che ha portato all’unificazione dell’Italia è il Risorgimento che di fatto è un periodo storico, politico, ma anche culturale. L’Italia aveva di per sè un carattere di nazione unita già dai tempi degli antichi romani, in quanto Roma adottava politiche diverse in Italia rispetto alle altre province, proprio per cercare di creare questa unione che avvertivano come necessaria, avendo i popoli italici molte caratteristiche (linguistiche e non solo) comuni.
E’ difficile fare capire esattamente il movimento che ha portato all’esigenza di unire l’Italia: eravamo in mano a popoli diversissimi, ma ci sentivamo già culturalmente uniti nel Rinascimento, di fatto Dante, Boccaccio e Petrarca furono le prime figure intellettuali ad avere scambi culturali senza badare ai vincoli territoriali, ma l’unità, nonostante alcune figure storiche si impegnassero a evidenziarla (come Cosimo dei Medici a Firenze, e il successore Lorenzo il Magnifico, morto nel 1942), divenne un ideale condiviso da diversi strati della società solo alla fine del 1700, anche grazie all’arrivo di Napoleone Bonaparte (la bandiera col tricolore la dobbiamo a lui).
Per arrivare all’unità di Italia ci vuole però ancora tutto il risorgimento, con motti rivoluzionari (le società segrete), due guerre di indipendenza e la Spedizione dei Mille, con cui praticamente Garibaldi prese un sud e un centro Italia che, dal punto di vista del popolo, era ben stufo di stare sotto a imperi come quello Austro-Ungarico.

La Croce Celtica inventata da San Patrizio

A questo complesso intrigo di avvenimenti storici, la Lega contrappone una motivazione economica debolissima per giustificare la secessione tra un nord assurdo, quello al di sopra del Po, e un sud insultato come “Ladrone“, di cui ovviamente la principale incarnazione è nella Roma sudista e centro di potere. E quindi la lega oggi festeggia San Patrizio.
San Patrizio è uno dei tre patroni d’Irlanda, il cui reale nome è Maewyin Succat, la sua vita è riassumibile in due righe: venne rapito dai pirati e venduto come schiavo nell’Irlanda del Nord, in cui apprese la lingua Gaelica e la religione Celtica. Tornato in patria diventò Diacono e poi Vescovo, e gli venne affidata l’evangelizzazione delle isole britanniche, in special modo dell’Irlanda che era pagana. Lui, per facilitarsi l’opera, insegnò un Cristianesimo fuso con la religione celtica, che in seguito alla sua morte venne pian piano riassimilato dal cristianesimo originale (ortodosso).
Ci sono un paio di leggende legate a lui: quella secondo cui in Irlanda lui avrebbe cacciato tutti i serpenti in mare, e il pozzo di san Patrizio, un pozzo senza fondo che portava al purgatorio.
Questo festeggiano oggi i leghisti. Stay tuned!


Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *