IDAHO, International Day Against Homophobia and Transphobia


L’ignoranza è meno lontana dalla verità del pregiudizio
— Denis Diderot

Sono desolatissimo, un tempo avevo una rete di informatori più accanita e queste notizie non mi sfuggivano. Scrivo ora che la mezzanotte è passata per parlare di una cosa che ormai è di ieri. Il 17 infatti era la Giornata Internazionale contro l’Omofobia e la Transfobia (IDAHO, International Day Against Homophobia and Transphobia) indetta dalla stessa comunità europea in un certo senso in risposta ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità omosessuale.
E’ molto interessante leggere la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa in quanto è un ottimo esempio di Risoluzione civile, un documento coerente coi principi comunitari moderni che fa onore all’Europa. In questo documento si può trovare anche la citazione alla posizione recentemente avuta in Polonia nella frase

considerando che il Parlamento aveva già espresso, nella sua summenzionata risoluzione del 15 giugno 2006, la sua grave preoccupazione per la situazione in Europa e, in particolare, in Polonia, condannando le dichiarazioni incitanti all’odio e alla violenza pronunciate dai dirigenti del partito della Lega delle famiglie polacche e, in particolare, del vice primo ministro nonché ministro della pubblica istruzione,

Ovviamente in Italia non possiamo fare altro, come al solito, di vergognarci per le posizioni omofobe. La mancanza di PACS o di altre forme di legalizzazione delle coppie di fatto ci posiziona ancora una volta in una situazione di vergogna verso quei paesi che stanno adottando forme più civili di condotta. Negli ultimi tempi lo stesso presidente americano Obama ha dichiarato infatti di volere introdurre nei civilizzati USA i matrimoni gay.
Giusto per ricordare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che è indiscutibilmente un codice etico di importanza storica fondamentale, redatto dopo la seconda guerra mondiale e che dovrebbe essere tenuto in considerazione da qualsiasi stato nel mondo, il primo articolo dice che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza“.
Questo primo articolo basta a coprire la ripugnanza che l’omofobia dovrebbe trasmettere a chi vive in un paese civile. Invece, in Italia, l’omofobia è un problema radicato, concreto e quindi reale, non una cosa come il maschilismo che è stato ampiamente sgominato, rimane un problema di nicchia e ormai è più un calderone in cui buttare i problemi delle donne che non un problema esso stesso.

Il problema dell’omofobia è più realistico per molti motivi: il primo è che ci sono pochi omosessuali rispetto a quante donne ci sono. Una battaglia sociale combattuta da pochi è destinata a impiegare molto più tempo per essere vinta. Il secondo è che se ci sono meno persone che lottano, ci sono molte più persone contro cui lottare, gli omosessuali devono lottare contro gli uomini MA ANCHE CONTRO LE DONNE (soprattutto poi le vecchie). Terzo perchè in Italia hanno anche come avversario la nostra cara amica Chiesa Cristiana, Dio li bruciasse tutti. Amore e fratellanza li predicano solo quando si tratta di bambini (e chissà poi perchè), donne (e chissà poi perchè) e poi per forza anche gli uomini. Ma per loro se sei omosessuale sei solo uno scarto della natura, un reietto di Dio, etc etc e se muori fai solo il bene di tutti, tanto l’inferno non te lo leva nessuno.
La battaglia che fa la comunità omosessuale è sicuramente migliore di quella che fanno le donne contro il maschilismo (solo “la mozza è mia e me la gestisco io” era stata una bella trovata), sono sicuro che col tempo riusciranno a vincere le loro battaglie, ma è bene che queste giornate ci siano, a memoria del problema.

Quindi, per chiudere, mi spiace per il ritardo di questo post, avevo altro da poter dire ma mi sono dimenticato.
Stay tuned!

NB: sono contrario anche alla violenza sulle donne e al maschilismo in generale. Solo che ogni volta che incontro una donna che parla di maschilismo e che si erge a paladina delle femmine, spesso in realtà si comporta in modo da spingermi a giustificare i maschilisti. L’unica battaglia contro i problemi sociali è quella civile, tipo “Se non ora quando“. Io mi sento di difendere solo le tantissime ragazze che non mi han fatto giustificare il maschilismo, che sono la stragrande maggioranza delle ragazze, come del resto a mio avviso la stragrande maggioranza dei maschi NON è maschilista.


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