Dictature a 5 étoiles


L’Italia va verso la dittatura, di nuovo, ma non per mano di Berlusconi questa volta. Berlusconi alla fine è stato il più gonzo dei dittatori: non è riuscito ad insediarsi perchè troppo maniaco e ladro. Non fosse stato ladro e maniaco sarebbe il nuovo duce italiano. Invece il prossimo candidato dittatore è proprio lui, Beppe Grillo, e sta trascinando le folle con furbizia, ma allo stesso tempo con gelosia della carica e del movimento che ha creato, tipico di un vero dittatore.
Io l’ho sempre detto: il Movimento 5 Stelle è un gran bel movimento finchè rimane locale. Nei comuni e nelle regioni fa una sporca figura: molto radicato sul territorio, fatto di gente comune che conosce bene la realtà in cui vive, gente che mira all’innovazione. Insomma, è un pò una svolta, e credo possa funzionare. A livello nazionale ha sempre avuto alcuni difetti, tipo la leadership, ma ancora ancora potrebbe fare un buon lavoro se rimanesse confinato tra un 15 e un 20% di presenze in parlamento: in questo modo i grillini tuonerebbero ad ogni troiata, il popolo saprebbe e questo sarebbe un gran deterrente a farne, di troiate.
Oltre il 20%, toh, facciamo il 25%, il Movimento diventa preoccupante (e quindi, a mio avviso, meglio ripiegare su Renzi, Di Pietro o chi pensate sia la seconda alternativa onesta del paese). Perchè? Perchè è appunto un movimento di impronta dittatoriale. Beppe Grillo descrive il movimento come democratico, come “uno vale uno“, ma prima elimina gente arbitrariamente e senza dare motivazioni, poi toglie di mezzo l’attrice Michelle Ferrari, detta le regole del movimento e si proclama suo leader (giustamente qualcuno diceva: se è il leader sarà anche il futuro premier in caso di vittoria del M5S a livello nazionale, ma come la mettiamo col fatto che Beppe Grillo è condannato per omicidio colposo? Non è proprio lui a volere un parlamento pulito?), sbraita se qualcuno del suo gruppo non lo informa di ogni cosa che dice in pubblico…
Riguardo al discorso di essere leader del movimento vorrei citarvi la contraddizione tra quanto afferma ora e quanto affermava nel 2009 (vedete l’ultimo minuto):

Ovviamente ben si discosta da questo suo post dove si dichiara leader col solo ruolo di garante. A sua volta il post si discosta dalla realtà: un garante non può “condannare a morte” un suo commilitone a proprio giudizio, non dovrebbe decidere di nominare un Di Pietro per la più alta carica dello stato, la legge dell’”uno vale uno” è evidentemente una cazzata.
Il problema più grosso è che la gente ci crede, come credeva nei movimenti fascisti e come credeva in Berlusconi. I militanti del movimento si credono difensori dei sani principi, e seguono ciecamente quello che il loro garante, o meglio il loro duce, dice loro. E questo nemmeno si prende la briga di discutere le sue posizioni. Bene inteso, dice che lo farà, ma ha già stroncato Favia e ora la Salsi.
E ben chiaro, se anche Favia ha fatto una cazzata, la Salsi non ha fatto nulla, eppure si è vista aggredire senza pietà solo perchè le idee del padrone non si discutono. E quello che mi preoccupa è che la gente è così asservita al Movimento (in buona fede, voglio sperare) che da un minuto all’altro Favia è passato dall’essere il più amato dei militanti della filosofia “uno vale uno” al peggiore traditore, e gliene son state dette di tutti i colori, nel tentativo di avere qualcosa di “concreto” per screditarlo, tra cui che l’ha fatto perchè a breve finiva il secondo mandato, che era corteggiato dal PD etc etc. E alla Salsi è capitata la stessa cosa.
Io condivido una parte del commento fatto al Movimento di Grillo di questo articolo della Repubblica: “Queste tattiche suicide le abbiamo già viste in azione nel 1922, nel 1933 e nel 1994. Mussolini e Hitler, così come Bossi e Berlusconi, si proponevano tutti, ciascuno a proprio modo, come distruttori della democrazia partitica corrotta e rifondatori di un nuovo sistema politico. A cosa ha portato l’ingenuità politica dei dummies che hanno creduto ai rozzi slogan di questi pifferai, lo sappiamo“.

Intanto Grillo continua con le contraddizioni: è pronto il veto (ma perchè poi? Paura di confrontarsi?) per le apparizioni in tv, mentre lui stesso è sul punto di creare una Web TV del partito. Ma allora mi pongo una domanda: ma per Beppe la pluralità dell’informazione è o non è sintomo di democrazia? Non finiremo di nuovo a sentire politici che parlano solo in posti dove nessuno fa loro domande imbarazzanti? Cosa cambia tra Grillo e Berlusconi che compariva solo a Porta a Porta?
Insomma, meditate gente, meditate. Stay tuned!


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