Io vorrei sinceramente qualcuno che mi dicesse in cosa sbaglio. Ma non i soliti imbecilli che passano di qua per sparare cazzate, non le “gatte morte” che fanno le femministe e poi si inventano di soppiato un miliardo di cazzate quando spiattelli loro davanti la realtà nella speranza di insultarti, anche se poi, sotto sotto, non dimostrano altro che immaturità da tutti i pori per come si comportano non solo con te, ma con gli altri e addirittura con se stesse.
Vorrei qualcuno che mi dicesse qualcosa di più del “avere la voce alta“, difetto che ho perchè oltre a volermi imporre sono anche un pò sordo. Invece le persone da cui accetterei critiche non mi criticano mai. Paura di offendermi? Nessuna critica da muovermi? Non credo proprio di essere perfetto… anche se purtroppo i miei difetti FORSE me li sono quasi tutti scelti. Li conosco bene, meglio degli altri.
Invece io ci vado d’accordo con le critiche, soprattutto ad amici e amiche. E ultimamente mi sono reso conto che, di fronte ai grossi cambiamenti, la gente dimostra soprattutto due caratteristiche negative: indecisione e paura.
Si parte dal fatto che OVVIAMENTE io sono euforico per l’esperienza iniziata, e ho cercato di convincere tutti a fare una scelta simile. E’ una scelta che è difficile per 2000 motivi: la lingua, allontanarsi, partire da zero, zero amici, zero conoscenza del luogo… E questo è il primo terreno di indecisione e paura. La gente teme il cambiamento al punto da preferire una vita priva di sogni, nonostante razionalmente capiscano che quello che gli propone il rimanere non è altro che “sopravvivenza“, non è aspirare al meglio, è accettare che uno possa vivere così, facendo le stesse cose, rischiando che se queste dovessero finire loro non sarebbero più in grado di rivendersi sul mercato. Una vita che capiscono essere insipida e rischiosa, ma che nell’immediato presente/futuro è semplicemente PIU’ COMODA.
Però sono anche attaccato alle amicizie, io. E anche da quel punto di vista se ne sono viste parecchie in meno di un mese. Il problema principale è l’indecisione, ed è un problema diffuso. La gente rimane spiazzata dal cambiamento. Le ragazze non sanno prendere decisioni basilari, come se allontanarmi costituisse un ostacolo per tutto (sono due ore di distanza, si parla di due volte il tempo impiegato per andare al lavoro tutte le mattine), gli amici si fanno corrompere da ogni genere di pensiero meschino. Purtroppo stasera ho poco tempo per approfondire, inoltre spesso si parla di cose private difficilmente approfondibili, ma vedrò in futuro di trattare il più dettagliatamente possibile l’argomento.
Per ora me ne vado a cagare… con un pò di angoscia, perchè cagare senza bidet è sempre una procedura lunga.
Stay tuned!
One response to “L’indécision et la peur (Partie 1)”
Bhe la parte finale del messaggio e’ quanto meno criptica ma confido in una tua futura spiegazione….per il resto bhe….1/4 delle persone che criticano di solito e’ invidiosa, un altro quarto e’ senza palle per poter fare quello che hai fatto tu e l’ultimo quarto non ha i mezzi necessari …quindi rimane un quarto di tuoi potenziali simili e difetti a parte….per quello che puo valere per me… hai fatto la miglior scelta che potessi fare