Oggi ho inviato la mia prima dichiarazione dei redditi francese, per il 2010. E ho dovuto fare delle riflessioni. Semplici, ma letali. Detto in parole povere sono un po’ un traditore della patria, in quanto adesso produco cose per cui non solo guadagna una azienda francese, ma questa azienda francese sopra ai guadagni paga tasse allo stato francese. Inoltre io stesso, per quello che guadagno, pago tasse allo stato francese. Morale: la Francia non ha speso nulla per la mia formazione e si becca i frutti del mio operato. Sono un traditore della patria.
Ora il punto e’ che sono felice di esserlo. Traditore di una patria che mi dava zero soddisfazioni, in cui ero pagato come una qualsiasi persona che, uscita da un istituto tecnico, aveva fatto il mio lavoro per hobby da quando aveva 18 anni senza nemmeno sapere quello che faceva, e senza avere cercato mai di migliorarsi. Capiamoci, io credo che se uno e’ un genio nel suo campo, che abbia la laurea o meno non fa importanza… se abita in Italia. Perche’ tanto, in Italia, i titoli di studio non valgono nulla: 6-7 anni buttati nel cesso, se prendi una laurea per laurearti puoi anche evitare, perche’ tanto se non hai il massimo dei voti la tua laurea non dimostra nulla. Questo perche’ anche l’universita’, in Italia, rispetta le regole del commercio, cosi’ piu’ gente si laurea, piu’ gente si iscrive, piu’ gente si iscrive, piu’ soldi arrivano. Questo porta le universita’ ad aprire corsi farlocchi pur di attirare gente (negli ultimi 2 anni “informatica per le aziende“, “Informatica applicata“, “informatica umanistica“, “sicurezza informatica: infrastrutture e applicazioni” e una di networking che forse sostituiva una delle vecchie… solo per parlare di informatica e delle lauree a Pisa).
Si aprono piu’ corsi e si laureano piu’ persone, cosi’ tutti sperano di arrivarci e ora come ora e’ difficile che dopo la maturita’ un ragazzo non provi a laurearsi, e sono pochissimi quelli che abbandonano, e lo fanno proprio se non sono portati per lo studio e non amano l’ambiente universitario, che di per se invece è molto bello. Poi i meno capaci si laureano e diventano ingegneri e medici che costruiscono case che crollano, che ammazzano pazienti e che magari, dotati di scarsa intelligenza, per avere pari diritti calpestano le leggi etiche, risparmiando su materie prime o facendo i tirapiedi di qualche casa farmaceutica (per fare esempi dannosi… se uno è incapace e ha fatto Storia difficilmente farà danni). Uno che ha lavorato sodo per una laurea in medicina ci sta piu’ attento a non rischiare, secondo me, ma se tutti ottengono, quelli meno bravi ci han messo meno impegno, sentono meno il rischio, e danno un esempio molto negativo a tutti gli altri.
Quindi i meccanismi italiani mettono tutti allo stesso livello. Tutti pretendono, tutti si sentono alla pari, tutti hanno diritto ai medesimi trattamenti. I piu’ bravi sono incentivati a fare di meno, ad annoiarsi, e persino a fare le cose male copiando dai meno bravi. Questo gia’ sarebbe abbastanza per giustificare la fuga: andare in un paese dove almeno c’e’ competizione (oltre che figa). Invece non e’ solo questo: e’ anche che l’Italia si avvia al fallimento!!! Come ci riferisce la Marcegaglia “L’Italia ha perso dieci anni: per la crescita serve una politica autorevole“.
Questo messaggio arriva in un momento comico per l’Italia. La Lega ha minacciato Berlusconi di mandare il paese alle urne se perdono Napoli e soprattutto Milano, e Berlusconi ha giocato tutto come ha sempre fatto: in un giorno e’ comparso in 5 telegiornali monopolizzano la scena, ha detto di tutto su Pisapia, tanto che son nate molte battute a proposito, che appaiono come pagine facebook o su blog online. Ha dato degli stupidi a chi vota a sinistra. Ha detto che la par condicio e’ una legge ingiusta!!!
Ma vi rendete conto? Una persona che e’ proprietaria del 50% delle reti nazionali e comanda il restante 47% lasciando libera solo una rete pubblica importante (la7) che dice che e’ ingiusto avere lo stesso spazio nelle reti televisive? Senza la par condicio lui sarebbe in tv 24 ore su 24 e farebbe il lavaggio del cervello agli italiani.
E la Marcegaglia, la presidente degli industriali, colpisce il governo affermando che anche l’industria, di cui Berlusconi dovrebbe essere il patrono, ha subito un blocco addirittura di dieci anni. Ormai non e’ piu’ momento di giocare a mettere da parte due spiccioli, ormai lo stato e’ troppo segnato, e reagiscono tutti. Per i propri interessi, OVVIAMENTE, ma reagiscono tutti.
Per completare il quadretto è notizia dell’ultim’ora che Berlusconi non si è risparmiato nemmeno l’ennesima figura di merda con Obama, dicendogli “abbiamo quasi una dittatura dei giudici di sinistra“, durante il G8 in Francia. Insomma, con una politica in questo stato e le mie esperienze personali di dottorato fallito per problemi personali col docente, e con aziende che mi trattavano come un numero, mi domando cosa ci si rimanga a fare in Italia.
Bene inteso, non c’è solo lavoro nella vita, spostarsi è una scelta dura, e non posso escludere che un giorno tornerò (se magari mi offrono di fare il team leader), ma ora posso farlo, mi guardo intorno, ho amici e affetti, ma anche loro scelgono la loro vita, potrebbero non esserci loro domani, e i gruppi mutano sempre. Se voglio provare a fare una cosa faccio bene a provarci adesso. E se voglio togliermi da ingrassare una classe di vecchi che non punta sul paese, ma su se stessa, è giusto che porto le mie tasse fuori dallo stato, come le tasse di chi guadagna su di me. E’ quindi molto bene che io sia quel famoso traditore della patria.
Anche se poi magari scegliendo non sarei voluto finire proprio in Francia…
Stay tuned!