Bonjour!
Finalmente vi scrivo in diretta da Parigi 🙂 In questo momento, mi trovo seduta al tavolo dell’appartamento che io e le mie amiche abbiamo affittato nel 17esimo arrondissement. E una casetta carina e accogliente, e dal terrazzo si vede la Torre Eiffel!
Ho intenzione di scrivere questo post oggi per sintetizzare in poche righe ciò che è stato il mio arrivo nella Ville Lumière, e la prima settimana trascorsa qui. Ma non è facile, per niente. Forse perché sono successe talmente tante cose, che non so da dove iniziare. O forse perché, inconsciamente, preferirei parlare del prossimo futuro (30 settembre, una data che a qualcuno dirà molto 😉 ), piuttosto che della settimana appena trascorsa.
Comunque sia, è giusto fare un resoconto della prima settimana della Jejy Erasmus.
Sono arrivata a Parigi il sette sera, in compagnia di mia sorella (che mi ha aiutato a trasportare i 50 kg di valigie che avevo). Con lei, ho alloggiato per tre giorni in un hotel, fino al dieci mattina, quando abbiamo avuto la possibilità effettiva di spostarci nell’appartamento. Ad essere sincera, questi primi tre giorni sono stati caotici! E solo dopo, una volta sistemate nell’appartamento, le cose sono decisamente cambiate. L’atmosfera si è rilassata, e mi sono più o meno ambientata ai ritmi devastanti che una metropoli come questa impone.
Veronica è ripartita lunedì mattina, e da questo momento è cominciata davvero la vita Erasmus della Jejy. Sono andata alla prima riunione all’ISIT (la mia Università di Traduzione e Interpretariato), e ho ricevuto l’orario definitivo delle lezioni.
Inoltre, ho dovuto occuparmi di cose logistiche, come l’abbonamento della metro, i documenti per l’Università, e, naturalmente, la ricerca di un lavoro, che finalmente ho trovato. Si tratta di fare baby-sitting ad un bambino francese, parlandogli esclusivamente in italiano (E’ un bambino fantastico, e Andrea è già preoccupatissimo per questo mio amore spassionato per i bimbi! 😛 )
Impressione della prima settimana: molto buona, ovviamente! Non potrei proprio dire altro, dato che si sta parlando della città di Molière. Ma confesso che non è facile. Mancano le piccole cose, le piccole abitudini. E, soprattutto, mancano le persone care. Anche se le si possono vedere via Skype, sai che sono a centinaia di km da te. E devi solo aspettare…
A molto presto,
Jejy